Un sogno romantico chiamato Parigi

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Sono i giorni trascorsi dall’ultima volta che ho preso un aereo. 1 anno, 3 mesi e 14 giorni passati a vivere come forse mai avevo fatto prima, a cambiare e ad accettarmi, ad apprezzare le cose che possiedo e ad attirare positività. 67 settimane passate ad organizzare le mie aspirazioni, a sentire tutta la felicità e tutta la sofferenza della vita, con la voglia sempre costante di rimettermi in gioco, di accettare e superare ogni momento di crisi interiore, a fare mia una parola dal suono tanto dolce quanto forte: Resilienza.

quando siete felici fateci caso

11256 ore con la testa all’aria, sempre fissa sulle nuvole, aspettando il momento di poterle sorvolare di nuovo, spingendo la mente a fantasticare e a progettare itinerari in ogni angolo del pianeta. Di viaggi ce ne sono stati, più vicini a casa e sempre guardando le nuvole da giù, ma è tornato il momento di ricominciare a volare. E il mio volo è un desiderio di avventura, è il desiderio di riempirmi gli occhi e il cuore di bellezza, fino a scoppiare. Il mio volo è un sogno, un sogno romantico chiamato Parigi.

Spingo il tempo che mi separa dal mio prossimo volo verso la Ville Lumière, 50 giorni che conto alla rovescia e segno sull’agenda con le penne colorate, aspettando di perdermi tra i boulevards, segnandomi tutte le cose belle e gli angoli sconosciuti che pesco nelle foto su Instagram, a progettare e pianificare -che quello lo so fare sempre bene- l’itinerario di viaggio. A rispettarlo un po’ meno.

Programmando la prossima fermata #Parigi #planneraddict

Una foto pubblicata da Michela Arnò (@michelarno) in data:

 

Ho preso un appartamento su homelidays  che è un bijoux, in un area pedonale del II distretto, dove già mi immagino a correre per aver perso l’ultimo metro, con i piedi doloranti e in bocca sempre lo stupore. Segno su maps con mille pallini tutto ciò che desidero vedere, pianifico da dove ammirare i tramonti rosa che tanto già so non rispetterò niente e finirò per stancarmi a metà strada, ma è proprio questo il bello: tenersi distratti in questi 50 giorni con la Parigi che immagino e poi scoprire che è tutto diverso.

Se mi guardassi allo specchio in questo momento vedrei gli occhi che luccicano. Ma mi limito ad appoggiare la mano sul mio cuore, che detta il ritmo del mio attuale stato di felicità.

Un pensiero su “Un sogno romantico chiamato Parigi

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